“Rapporti di gruppo
Il sentiero del discepolo è irto di spine; rovi circondano ogni suo passo e ogni svolta presenta difficoltà. Pure, nel percorrerlo, nel superare le dir. ficoltà e nella sincera dedizione al bene comune, con l’adeguata attenzione agli individui e al loro sviluppo evolutivo, si giunge infine a raccogliere il frutto e a raggiungere la meta: è nato un SERVITORE. Egli è un servitore perché non ha fini egoistici da servire e dai suoi corpi inferiori non partono vibrazioni che possono distoglierlo dal sentiero prescelto. Serve perché sa cosa esiste nell’uomo e perché per molte vite ha lavorato con individui e con gruppi, espandendo gradatamente il proprio campo di lavoro fino a raccogliere intorno a sé le unità di coscienza che può vitalizzare e usare, e tramite le quali può attuare i piani dei suoi superiori. Questa è la meta, ma gli stadi intermedi sono carichi di difficoltà per tutti coloro che sono in procinto di scoprire se stessi e divenire il Sentiero stesso.
Qualche consiglio pratico potrà essere utile:
Studiare attentamente i primi tre libri della Bhagavad Gita (lo trovi qui). Il problema di Arjuna è il problema di tutti i discepoli e la soluzione è eternamente la stessa.
(76) Tenersi pronti e sorvegliare il cuore. Il trasferimento del fuoco dal plesso solare al centro del cuore è causa di molta sofferenza. Non è facile amare come amano i Grandi Esseri di un amore puro che nulla chiede in cambio; di amore impersonale che è lieto se trova rispondenza, ma che non la cerca e ama con costanza, quiete e profondità attraverso tutte le apparenti divergenze, sapendo che quando ognuno avrà trovato la via del ritorno verso casa scoprirà che quello è il luogo dell’unione.
Essere preparati alla solitudine. E’ la legge. Quando un uomo si dissocia da tutto ciò che concerne il corpo fisico, l’astrale e il mentale e si concentra nell’Ego, produce una temporanea separazione. Questo deve essere sopportato e superato, poiché più tardi condurrà a un più stretto legame con tutti coloro che hanno con lui rapporti derivanti dal karma delle vite passate, dal lavoro comune e dalla sua attività (dapprima per lo più inconscia) per raccogliere coloro con i quali opererà in futuro.
Coltivare la felicità sapendo che la depressione, la morbosa ricerca dei moventi, l’indebita sensibilità alle critiche, rendono il discepolo pressoché inutile. La felicità è basata sulla fiducia nel Dio inte-riore, sul giusto apprezzamento del tempo e sull’oblio di sé. Prendere le cose piacevoli che si presentano come affidateci per diffondere gio-ia, e non ribellarsi alla felicità e al piacere nel servizio, pensando che ciò sia un errore. La sofferenza nasce dalla ribellione del sé inferiore. Dominando il sé inferiore, eliminando il desiderio, tutto è gioia.
(77) Avere pazienza. La costanza è una delle caratteristiche dell’Ego. L’Ego persiste, sapendosi immortale. La personalità si scoraggia, sapendo che il tempo è breve.
Al discepolo nulla accade se non ciò che fa parte del piano e quando il movente e l’unica aspirazione del cuore sono l’adempimento della volontà del Maestro e il servizio all’umanità, ciò che avviene ha in sé i semi della futura attività e prepara le condizioni per il prossimo passo avanti. Ciò chiarifica molte cose e può offrire al discepolo un appoggio nei momenti in cui la visione è offuscata, la vibrazione è inferiore a quella che potrebbe essere, il giudizio annebbiato dai miasmi prodotti dalle circostanze del piano fisico. Per molti gran parte di ciò che si presenta nel corpo astrale è frutto di antiche vibrazioni e non ha reale fondamento; si deve perciò combattere per dominare la situazione astrale affinché dalle attuali ansie e preoccupazioni possano scaturire fiducia e pace, e la violenta azione e reazione sia trasmutata in tranquillità.”
Master D.K. attraverso Alice A. Bailey – INIZIAZIONE UMANA E SOLARE (lo trovi qui)